L’Audio Timestretching di “SOLA”.

sliceLa possibilità di alterare la velocità di riproduzione di un brano musicale lasciandone inalterata la sua intonazione è una delle possibilità offerte dai software di audio editing e dagli strumenti musicali più evoluti, che da sempre mi affascina e che suscita il mio interesse.

Rallentare una registrazione ad esempio, permette di facilitarne l’ascolto, di comprendere meglio i fraseggi strumentali o le frasi del discorso in essa contenuta oppure, come accade in alcuni strumenti musicali professionali o software per PC, permette di adattare un groove audio pre-registrato alle proprie esigenze e riprodurlo in sincrono con Pattern, sequenze Midi, etc..

Ma come è possibile rallentare o accelerare la riproduzione di un file Audio?

Chiunque abbia usato un registratore a “cassette” (oggi un pezzo da museo) o un lettore di dischi in vinile, sa che quando il disco gira ad una velocità diversa da quella prestabilita, la durata del brano audio aumenta o diminuisce.
Il problema che oltre a variare la velocità di riproduzione (il brano risulta più veloce o più lento), come effetto collaterale, otteniamo che viene alterata anche l’intonazione e che quindi l’intero brano diventi più acuto o più grave rispetto all’originale.
Nel mondo della musica digitale l’effetto di variazione velocità / tempo / pitch può essere facilmente ottenuto mediante interpolazione tra i campioni sonori e quindi elaborare il “ricampionamento” dell’audio ad una velocità differente.
Questa operazione è abbastanza semplice da fare (anche se potremmo discuterne per giorni e giorni sulle tecniche per non perdere qualità sonora durante il ricampionamento);  il vero problema inizia però quando vogliamo modificare la velocità senza cambiare l’intonazione, o modificare l’intonazione, senza cambiarne la velocità.
Queste operazioni sono normalmente conosciute con il nome di “Time stretching” e “Pitch Shifting“;

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